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Senza di te
Di paola (del 21/04/2008 @ 20:47:33, in dBlog, linkato 1212 volte)
A quasi un mese dalla tua scomparsa e a un giorno dal mio rientro ‘ufficiale’ ad una vita pseudo normale -oggi ho ricominciato a lavorare- eccomi di nuovo qui, seduta nel tuo studio, a raccontarmi, a raccontarci.

Mi sono ripromessa alcune cose, che a fatica sto portando a termine, come aver disfatto la tua valigia e costringermi a lavare, poco a poco, le tue cose (per non finire una maniaca feticista), dormire timidamente da sola, non come facevi tu nel centro del letto a braccia aperte, ma nel mio angolino, cenare in solitudine nella nostra cucina, venire a trovarti tutti i giorni, ma solo per pochi minuti, perché lì, al cimitero, non c’è niente che mi parla di te, passare un po’ di tempo, ancora troppo poco, in profonda solitudine...
Poi ci sono i progetti a più lunga scadenza, come riordinare le tue e le nostre foto in un ‘book’ (tu l’avresti chiamato così), o appendere su quella parete che avevamo da poco deciso di colorare di fucsia alcune tue magliette storiche (su suggerimento di un tuo caro amico che sicuramente mi aiuterà a non rovinare tutto), o non ultimo costringermi alla convinzione che questo mio dolore abbia un senso, ma aiutami a scoprire quale.
Nient’altro per ora, del resto la persona creativa delle due non ero io.

Scrivere mi aiuta a riordinare le idee, invece tu mettevi tutto insieme, come veniva, veniva… perché a te le cose piaceva raccontarle, con quella tua voce indimenticabile che risuona in tutti noi e quella risata inconfondibile che, anche quando mi ero imposta di tenerti il muso, riusciva sempre a contagiarmi.

Pensavo di non riuscirci più a ridere e invece mi sono sorpresa a sorridere nel rivedere certe tue foto e quei video pubblicati sul blog e, addirittura, a ridere di gusto ai racconti dei tuoi amici su di te, quasi tutti già noti, ma ogni volta così divertenti.

E quando li rivedo qui, i tuoi amici, mi sembra di riconoscerti in ognuno di loro, mi fa così bene che continuino a venirmi a trovare.

Li sto aspettando anche ora, vengono a fare delle foto alle tue opere, le hanno chiamate così…certo che adesso ti stanno, anzi ti stiamo, facendo passare per un grande artista, mi sa che dovrò rimettere mano alla tua biografia, quella che mi avevi aiutato a scrivere con la tua preziosa collaborazione “allora, mettici anche di quella volta che…perché,nel senso…” ma poi ogni cosa prendeva veramente un senso, quello che gli davamo noi, insieme.

E ora le cose che avevano senso solo per noi due sono rimaste a me soltanto, spero di riuscire a conservarle tutte. E ancora l’ansia di non farcela… forse continuerò a scrivere, non lo so, non sono tanto una di “diari” ma -come solo tu sai- avevo l’abitudine di scriverti nei lunghi periodi senza di te. Ora mi dico che da lassù stai con me anche dove prima non potevi arrivare; in macchina, tornando da scuola, mi sono detta che oggi, in classe, hai assistito per la prima volta “dal vero” ad una mia lezione, e da oggi non ci sarà più bisogno che ti racconti, come delle volte mi pregavi di fare “Dai, racconta cosa è successo oggi a scuola” quasi a volerti rivedere in qualcuno dei miei alunni. Sì, perché gli anni della scuola sono stati per te una meraviglia (ho chiesto ad Ale di scrivere una memoria, ma niente promesse per ora)

Ma ora mi fermo qui, perché leggere non era proprio il tuo forte, nonostante le ardue imprese da te cominciate e mai finite (tipo leggere la bibbia!), ma dicevi che prima o poi le avresti portate a termine. Chissà…

Paola ….Paola…Paola… (mi sembra di sentirti quando io, arrabbiata, non ti rispondevo e tu, imperterrito, continuavi a ripetere il mio nome)