daniele10
Forum Admin
   
Regione: Italy
2461 Messaggi |
Inserito il - 05 giu 2005 : 17:18:43
|
Fonte: Brescia Oggi
Baggio soffre in silenzio per il suo derby personale
27/05/2005 19:13
Non ha cambiato idea. Ha ancora Brescia nel cuore. E in qualche modo sarà in campo, con il Brescia, anche domenica. Il suo carisma aleggerà sul «Franchi». Nel cielo la scia dell’ultima doppietta, 24 febbraio 2001. Oggi Roberto Baggio abita in via Firenze. La via del destino. Firenze non si cancella, ma Brescia è più vicina. L’ultima maglia. Quella che sente ancora sua. Domenica, nella «sua» partita del cuore, tiferà biancazzurro. Anche se non può dirlo. Non può, il Codino, pronunciarsi pubblicamente a poche ore dall’incrocio che spedirà fuori strada, che scaraventerà in B una delle città che ha amato di più, essendone tanto riamato. Questione di rispetto. Un valore indelebile come un tatuaggio. Come il ricordo di un rigore mai calciato. 6 aprile 1991, Baggino ventiquattrenne e fresco juventino. Calciare dal dischetto contro la Fiorentina? Non si può. Non a pochi mesi dalla ribellione di Firenze di fronte alla sua cessione. Inaccettabile, quella cessione come il rigore stesso. Indimenticabile, Baggino che lascia il campo raccogliendo una sciarpa viola in uno stadio bianconero. L’immagine. Il mito. Oggi Baggio tirerebbe volentieri quel rigore, se ancora giocasse. Se almeno potesse. Vorrebbe dirlo, ma si morde la lingua. «Non farmi parlare - implora -: questo non è proprio il momento, per me». Sorride, Roby, sull’uscio della sua villa immersa in 800 mila metri quadrati di bosco che il cancello di larice vecchio non può nascondere. I lavori non sono finiti, ma casa Baggio è abitata da gennaio. Andreina bada al piccolo Leonardo, Valentina (15 anni) è già alle superiori, Mattia (11 anni) condivide la passione per il calcio di papà. Baggio che non è più Baggino, trentottenne ingrassato, felice e abbronzato dopo l’ultima vacanza in Argentina. Occhiali da sole personalizzati, maglietta gialla, aria più che rilassata. Appagata. Sempre mille impegni, niente più allenamenti. Il solo stress, in questo momento, è Fiorentina-Brescia. Una gara che si sta giocando da giorni, nel profondo dei suoi sentimenti. Trentanove gol fra il 1985 e il ’90 a Firenze, 45 reti fra il 2000 e il 2004 a Brescia. Numeri che dicono poco di infortuni e rinascite, prodezze e sorrisi. Roby è rimasto in contatto con Di Biagio e compagni. Non è mai uscito dal gruppo, anche se ha appeso le scarpette al chiodo. Forse tornerà a indossarle il 9 giugno per la festa d’addio al calcio di Ciro Ferrara, suo amico e coetaneo. «Se non avessi l’handicap delle ginocchia, starei ancora giocando con il Brescia e fra qualche anno calpesterei l’erba del nuovo Rigamonti», aveva detto mesi fa a Cannes, testimonial dello stadio che nascerà. Sul suo sito ufficiale, temporaneamente off-line, campeggia ancora da capitano biancazzurro, fascia multicolore al braccio e pallone tra i piedi. L’ultima numero 10 sulle spalle. Un anno fa salutava con una doppietta da schianto (povera Lazio) e con le lacrime in casa Milan (beato San Siro). In un anno ha cambiato casa, da Caldogno ad Altavilla. Ma non ha cambiato idea. Via Firenze, sì. Se è per il bene del Brescia...
letto su http://www.violanews.com/r.php?id=13194
|
|