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 Roberto Baggio
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 "Riporto Baggio in azzurro"
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danielecaiani
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Inserito il - 17 mar 2004 : 12:31:41  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di danielecaiani  Rispondi Quotando
Trapattoni accoglie l'appello della Gazzetta affinché Robi sia convocato per l'ultima volta in nazionale: "Gliene parlerò, forse con la Spagna il 28 aprile".



MILANO, 17 marzo 2004 - Riportare Baggio in nazionale è un grande sogno che la Gazzetta dello Sport sta cercando di portare alla realtà. L'appello è lanciato, ora tocca alla Federazione e, soprattutto, a Trapattoni decidere se sia il caso o meno di portare avanti questa iniziativa. "Ci sto pensando - ha dichiarato il c.t. azzurro alla Gazzetta dello Sport -. Gli parlerò. Gli dirò che se ha il piacere di tornare con noi, se sente questo desiderio, lo vorrei convocare per una partita. Una delle prossime. Magari per l'amichevole in programma il 28 aprile a Genova contro la Spagna". (L'intervista a Trapattoni è pubblicata sul giornale in edicola).

Sarebbe il giusto coronamento di un sogno che affascina milioni di suoi ammiratori, ma anche e soprattutto la realizzazione del sogno dello stesso Baggio, che in tutti i modi ha provato a tornare in maglia azzurra, per un addio degno del suo pedigree, al Mondiale nippo-coreano del 2002. La sua ostinata rincorsa e il suo miracoloso (è il caso di dirlo) recupero non bastarono però a convincere Trapattoni che alla fine decise di non fidarsi dei legamenti ballerini del divin Codino e lo lasciò a casa. Quello l'ultimo appuntamento (mancato) tra la storia del più grande calciatore italiano dell'ultimo ventennio e quella della squadra azzurra. Ma in un passato che ora pare lontano le due strade si sono incrociate ripetutamente, 55 volte per l'esattezza, e nessun incrocio è mai stato banale. Nel bene e nel male.

Di questa storia ognuno porta incisa nella sua memoria una prodezza più bella, un momento più emozionante, una storia più coinvolgente; ma alcuni episodi del Baggio in azzurro restano scolpiti nella storia e nell'immaginario collettivo a prescindere dai ricordi dei singoli. Alcuni episodi hanno fatto oggettivamente la storia. Di Baggio e della nazionale. Come dimenticare i cori dei tifosi che lo trascinarono di prepotenza in campo al Mondiale italiano del 1990? Lui, allora ventitreenne e ancora in forza alla Fiorentina, era già il beniamino del pubblico italiano, ammaliato dalle sue prime prodezze in campionato. Vicini seppe ritagliargli uno spazio tra i Carnevale, i Vialli e gli Schillaci, e lui ripagò di questa fiducia con due gol: uno, spettacolare alla Cecoslovacchia e uno nella triste finale per il terzo posto, all'Inghilterra. Il Mondiale del '94 è un romanzo. Robi ci arriva maturo e acclamato, ma stenta a imporsi. Nella prima fase lui resta completamente a secco, mentre segna (e ci salva) "the other Baggio" come gli americani chiamano il meno noto Dino. Sacchi addirittura lo sostituisce dopo l'espulsione di Pagliuca contro la Norvegia per far entrare il secondo portiere Marchegiani. Lui, inquadrato in mondovisione, si chiede e chiede al mondo intero "Ma è impazzito?".

E' polemica. L'Italia passa agli ottavi grazie a un rocambolesco ripescaggio e con la Nigeria, a 1' dal fischio finale, sta perdendo 1-0. Gli azzurri sono già tutti sull'aereo per l'Italia. Tutti tranne uno, Roberto Baggio, che ancora ci crede, segna il pareggio, li tira giù uno per uno, li costringe a giocare e chiude la partita con un rigore nei supplementari. Nei quarti con la Spagna è ancora Baggio a decidere la partita segnando il gol del 2-1 a una manciata di minuti dai supplementari. Poi in semifinale con la Bulgaria in 4' segna due dei suoi gol più belli: un gran colpo a girare dal limite dell'area e un tiro al volo da posizione impossibile. L'America è tutta in piedi. Al romanzo mancherà solo il lieto fine. Con la Bulgaria Robi si infortuna, in finale con il Brasile ci arriva acciaccato. Un suo pallone sfiora la traversa, è l'unico brivido in 120'. Poi i rigori e dal dischetto il Codino esausto tira alto. Baresi in lacrime sulla spalla di Sacchi è immagine che passa alla storia.

Robi segnerà ancora in maglia azzurra (27 gol in carriera), anche al Mondiale francese del 1998, centrando un altro obiettivo: quello di andare a segno in 3 Mondiali consecutivi. Sicuramente una storia del genere avrebbe meritato di essere coronata con la vittoria di un trofeo importante, ma il fato ha deciso diversamente e al fato non si comanda. Quello che però non gli si può negare è un'ultima passerella, il giusto tributo - che non è elemosina - a un grande campione. Certamente il più grande azzurro di questa epoca. Per alcuni il più grande di sempre. Se poi per l'occasione si riuscirà a convincere anche un certo Paolo Maldini a indossare nuovamente la maglia azzurra, allora sarà festa doppia.


tratto da www.gazzetta.it
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